Il Canale di Fiumicino
Il Canale di Fiumicino è un porto canale adibito per la pesca professionistica.
Nasce come diramazione della foce naturale del fiume tevere, quindi è un canale artificiale.
Questo itinerario è tra i più famosi e pescosi di tutto il Lazio, grazie alla presenza di spigole veramente oversize tutto l'anno.
Possiamo dividere il Canale in tre parti:
Ponte 2 Giugno
Molo Basso
Molo Alto
Logicamente, in ognuna di queste zone si pescherà in modo diverso dall'altra.
Nel primo tratto, la corrente è molto forte per via della conformazione del canale, dato che tende a stringersi, la corrente specialmente in bassa marea spinge parecchio.
Qui le tecniche che vanno per la maggiore oltre la bolognese è la pesca in passata con il coreano o il gambero.
Sul molo basso, grazie alla presenza dei pescherecci, possiamo provare diverse tecniche di pesca.
Tra le più utilizzate e la pesca tra le barche con lenze molto leggere e la pesca con la sarda.
Quando i pescherecci non saranno presenti ecco che esce la vera pesca del Canale di Fiumicino, la pesca in trattenuta.
Sul molo alto la pesca che ne fa da padrona è la trattenuta con lunghe canne da i 10 in su e il ledgering.
La pesca in trattenuta sul molo basso e sul molo alto
La pesca, nel primo tratto del canale, è tra le più difficili, qui il canale è più stretto e basso e la corrente è più forte. Troveremo una profondità di quattro metri, in questo tratto non troveremo i pescherecci e quindi attueremo la pesca in trattenuta. Le canne ideali per questo tratto sono quella da sette o da otto metri.
Appena arrivati sul posto sarà necessario capire come impostare la pescata, i momenti migliori per questo tipo di pesca sono le prime e le successive due ore del culmine della marea ma anche nel pieno della bassa marea, avremo ottime chance.
La corrente del canale di Fiumicino, con marea montante, non è quasi mai omogenea, quindi avremo tre strati d’acqua con corrente differente, il primo strato sarà quello con più corrente e man mano che scenderemo la corrente sarà più debole, in questo tratto di canale la differenza tra il primo strato e l’ultimo non è molto accentuata per via della conformazione del canale stesso.
La spallinata che impiegheremo sarà abbastanza corta, più o meno lunga un metro. In alta marea potremmo allargarla leggermente verso il basso, in bassa marea non è consigliabile dato che la corrente sarà abbastanza omogenea e quindi anche sul fondo avremmo una discreta corrente. I galleggianti che utilizzeremmo andranno dal grammo e mezzo fino a tre grammi.
L’operazione successiva sarà quella di sovra tarare la nostra lenza. La regola fondamentale in questa pesca è la leggerezza anche se ci troviamo in condizioni di discreta corrente. Ci sono due metodi per sovra tarare il nostro apparato pescante, possiamo utilizzare torpiller intercambiabili o usare i piombi per la pesca all’inglese (SSG, BB, AAA). Le nostre zavorre hanno il pregio di essere intercambiabili quindi, a seconda dell’esigenza, possono essere sostituiti. È fondamentale nella trattenuta non eccedere con la sovra taratura, diciamo che un galleggiante da un grammo e mezzo supporta al massimo cinque grammi di sovra taratura aggiungere altro piombo renderebbe la nostra lenza poco adescante quindi e consigliabile cambiare galleggiante. Ora provvederemo a sondare il tratto da noi scelto, sonderemo sull’ultimo pallino della spallinata con una sonda a pinza, qui il consiglio è di utilizzare sonde da trenta grammi per sentire bene il fondo, sonderemo tutta la zona di pesca con un terminale fatto con un filo 0.12 della lunghezza di un metro con un amo del 18 e come esca una bigattino.
La pasturazione deve essere fatta a monte, più spinge la corrente e più a monte dovremmo lanciare le nostre larve, non sulla linea del galleggiante ma un po’ più su dato che la corrente tende a spingere verso la banchina.
Per capire se la nostra lenza è sul fondo, useremo due metodi: apriamo l’archetto del mulinello e facciamo una passata con il nostro galleggiante, se vediamo che affonda vuol dire che siamo sovra tarati ma per vedere se la nostra sovra taratura è sufficiente, basterà alzare la canna e guardare il nostro filo, se questo compie un angolo di circa quaranta gradi vuol dire che la sovra taratura è sufficiente, se invece il filo tende a salire la taratura è troppo leggera e logicamente il nostro filo scenderà oltre l’angolo di quaranta gradi, di conseguenza dovremo togliere piombo.
La pesca in trattenuta sul molo alto con canne da dieci e tredici metri
Il molo alto del canale di Fiumicino è la parte del canale più vicina al mare, qui il Tevere finisce il suo lungo viaggio, il fondale è il più alto di tutto il canale e si aggira su i sei metri. Qui la pesca che fa da padrona è la trattenuta con lunghe canne bolognesi dai dieci fino ai tredici metri. Dobbiamo precisare che queste lunghe canne, in realtà, non nascono come canne bolognesi ma sono canne fisse anellate come bolognesi. Il consiglio per tutti coloro che volessero cimentarsi con questa tecnica è di scegliere degli attrezzi abbastanza leggeri vi assicuro che guadinare una regina, anche di modeste dimensioni, con una canna pesante, è veramente difficile.
In questo tratto pescheremo sempre in trattenuta, qui la corrente non è mai fortissima come sul molo basso. In condizioni normali non applicheremo quasi mai galleggianti oltre i due grammi. La spallinata che utilizzeremo sarà molto aperta, di lunghezza variabile tra il metro e mezzo e i due metri . Sonderemo sempre sull’ultimo pallino della spallinata. Esca e pastura saranno effettuati con bigattini.
La postazione di pesca deve essere tra le più comode possibili, dato che pescheremo per diverse ore, di conseguenza un piccolo spazio in questo articolo è da dedicare agli accessori indispensabili per pescare sul canale di Fiumicino: la scelta della sedute dovrà cadere su sedie da regista con porta canne, in commercio si possono trovare diversi modelli già correlati di reggi canna ma se vogliamo risparmiare qualche soldo basta acquistare una sedia in un qualsiasi negozio di giardinaggio e applicare noi dei porta canna da panchetto chiamati anche “manine”.
Un altro accessorio indispensabile è il guadino, che deve avere una lunghezza che va dai cinque metri in su per via delle sponde alte.
La pesca tra le paranze con il Bigattino
Ciò che rende così allettante la pesca tra le paranze è il fatto che i pescatori, a fine giornata, tendono a buttare gli avanzi di pesce, questo crea una pastura naturale e costante.
Il momento ideale per pescare tra i pescherecci è quando la marea tende a salire, Il motivo è semplice: la forza della corrente del fiume tende a diminuire grazie alla marea montante e ci troveremo a pescare quasi senza corrente, questo renderà la montatura ulteriormente morbida.
Appena giunti al canale sceglieremo il nostro posto tra i pescherecci, fatto ciò cominceremo ad armare la nostra bolognese con un galleggiante da un grammo e di conseguenza costruiremo la nostra spallinata, che dovrà essere molta aperta, i pallini dovranno essere posizionati a partire dall’asola da quelli più piccoli con una distanza maggiore, man mano che si sale lungo il filo i pallini aumenteranno di peso e la distanza tra uno e l’altro diminuirà di conseguenza. Una spallinata “tipo” potrebbe essere costruita con pallini del nove, del dieci e dell’undici di almeno un metro e mezzo. Con i pallini del nove creeremo un di bulk un po’ più ampio, abbastanza da sconfiggere la corrente superficiale, man mano che monteremo la nostra spallinata aumenteremo la distanza tra i pallini. Il terminale sarà costituito da un ottimo fluorocarbon misura 0.10 della lunghezza di un metro dove legheremo un amo del 20 e lo collegheremo senza girella per rendere il nostro innesco il più naturale possibile. L’innesco, come la pastura, sarà costituita da bigattini.
Una volta realizzata la lenza, provvederemo a sondare la nostra zona di pesca, questa operazione è tra le più importanti di tutta la sessione.
Nella tecnica tra i pescherecci ci sono due correnti di pensiero su come sondare, qualcuno sonda sull’ultimo pallino della spallinata, pescando con il terminale completamente appoggiato sul fondo, altri sondano direttamente sull’amo, pescando con l’amo appoggiato al fondo. Per sondare sull’ultimo pallino, quando faremo la nostra lenza, non collegheremo il terminale alla stessa ma applicheremo una sonda a pinza sull’ultimo pallino della spallinata, misureremo il fondo e poi collegheremo il terminale. Così facendo pescheremo con tutto il terminale “sdraiato” sul fondo. Personalmente non uso questo sistema di misurazione, preferisco sondare sull’amo e poi aggiungere il fondo tanto quanto è la misura della deriva del galleggiante per poi magari variare durante la pescata.
Ora siamo pronti per iniziare a pescare, inneschiamo il bigattino, e provvediamo alla pasturazione. La pasturazione deve essere continua ma con poche dosi di larve, quattro o cinque a volta saranno sufficienti.
Ottimo articolo, ma non bisogna scordarsi che purtroppo il bigattino nel comune di Fiumicino è vietato.
RispondiEliminaesatto in teoria è vietata anche la pesca al canale di fiumicino essendo area portuale ma basta essere educati e lasciare il luogo di pesca pulito non dice niente nessuno ma la licenza è dobbligo
RispondiEliminaPer pescare sul canale ci vuole la licenza?
Eliminamolto di obbligo, spesso i guardia pesca si fanno vivi.
RispondiEliminaConfermo, spesso ho incontrato
RispondiEliminaI guardiapesca, che arrivano anche in 4. Il bigattino è usato moltissimo e tollerato.
Angelo: anche se ci hanno dato la possibilita di pescare dopo il covid 19 , sul canale non ci fanno pescare.
RispondiEliminaIo vado dopo il porto sto al canale quasi a mare aperto ma sono 2 settimane che non prendo niente ne col bigattino e ne coreano qualcuno sa darmi consigli
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